sabato 28 marzo 2009

Internet: la sicurezza non leda libertà di espressione e privacy

Il Parlamento chiede di lottare con determinazione contro i crimini commessi su e tramite Internet, senza però compromettere la libertà di espressione e la privacy. Gli Stati dovrebbero quindi intercettare e controllare i dati nel rigoroso rispetto della legge e limitare i casi in cui una società di Internet può divulgare dati alle autorità. Al contempo, occorre tutelare i bambini e le proprietà intellettuali, ed elaborare una strategia globale contro i "furti d'identità".
Approvando con 481 voti favorevoli, 25 contrari e 21 astensioni la relazione di Stavros LAMBRINIDIS (PSE, EL), il Parlamento rileva che Internet «dà pieno significato alla definizione di libertà di espressione» sancita dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e «può rappresentare una straordinaria opportunità per rafforzare la cittadinanza attiva». Tuttavia, osserva che la libertà di espressione e la privacy su Internet possono essere esposte «a intrusioni e limitazioni da parte di soggetti privati e pubblici» e che il web può anche essere utilizzato per incitare al terrorismo e commettere cybercrimini. Chiede quindi di combattere questi fenomeni «con efficacia e determinazione», ma sottolinea che il diritto che gli Stati membri si arrogano di intercettare e controllare il traffico su Internet «non può essere giustificato dalla lotta al crimine». Rileva inoltre che l'accesso a Internet «non dovrebbe essere rifiutato come sanzione dai governi o dalle società private».(testo completo)

martedì 10 marzo 2009

Lobbisti e Parlamentari... attenti alle proprieta' dei file...



 
 

Inviato da buzzico54 tramite Google Reader:

 
 

tramite Quinta 's weblog : Il Blog di Stefano Quintarelli di Stefano Quintarelli il 07/03/09

Il 17 febbraio mettevo sul blog un pezzo di un DDL proposto dall'On. Carlucci, quello ormai noto che ha generato numerose polemiche.

Il 6 marzo su Webnews l'On. spiega che la motivazione che la ha spinto e' la pedopornografia. e chiosa:  Ci scrive l'on. Gabriella Carlucci | Diritto online | Webnews.

Contrariamente a quanto erroneamente affermato da molti che non hanno letto nemmeno la legge ma soltanto delle minime parti, il provvedimento non contiene alcuna previsione sanzionatoria, ma si limita a inquadrare alcuni comportamenti commessi tramite la rete riconducendoli in fattispecie normative già esistenti nel nostro ordinamento. Niente di più e niente di meno. Concorderà, infatti, con me che anche i "cittadini della rete", come lei si definisce, abbiano gli stessi diritti ma anche gli stessi doveri dei "cittadini non della rete", o meglio dei "normali" cittadini della Repubblica Italiana.

On. Carlucci, la rete non e' un luogo "altro", fa parte della realta' e le leggi ci sono. Questa idea che "la rete non abbia regole" e' profondamente errata, come le potra' confermare qualunque giurista.

I doveri, esistono "a prescindere" da nuove norme, come direbbe Toto'

Il 3 Marzo sul suo blog, l'On.  Gabriella Carlucci aveva gia' spiegato la sua motivazione per presentare il  DDL 

Oltre cinquemila segnalazioni e centinaia di casi di pedofilia accertati ogni anno, un'enormita'....

e pubblicava la  relazione-introduttiva e la proposta-di-legge. (invito a leggere la relazione introduttiva, per capire le motivazioni del DDL e giudicare autonomamente).

Cosa ti ha beccato Guido ? Che le proprieta' dei file rivelano ...

Immagine 1

Cosa sia Univideo, e il ruolo di Davide Rossi, lo trovate qui.


 
 

Operazioni consentite da qui:

 
 

mercoledì 4 marzo 2009

Processi a You Tube e RCS , lotta a Sky : ultima spiaggia di Mediaset



So che la politica è impegnata più sui temi della "morte civile" , che della vita normale. Che va di moda la "biopolitica e non la bionica....Che si preferisce difendersi dai pericoli di internet e del liberismo che perlare di tecnologie e libertà. Ma io insisto con pochi in questo "pochiloquio" sul futuro
Il tribunale di Milano ha stabilito che RCS attraverso il Corriere on line non può pubblicare estratti del grande fratello , invece può pubblicare altri estratti per diritto di cronaca. Insomma la magistratura entra nel merito di ciò che è cronaca e fiction e il biscione blinda i diritti e immagina di blindare , dopo aver comprato endemol i contenuti.
Ma tutta la logica del Biscione e della sua lobbyiing intragovernativa è perdente, davvero.
Spiego.
1) Offensiva contro sky : gli oltre 4 milioni di clienti sky dal valore di 4- 500 euro l'anno ciascuno sono i r r a g g i u n g i b i l i da un prodotto come mediaset digitale, anche legato a Raisat e la sette , appena più interessante del bouquet analogico , meno caro ma assai più misero di contenuti del competitor e quasi senza calcio. Sky sta puntando sull'arricchimento die contenuti e sulle nicchie dove è troppo costoso per altri arrivare (altri sport , entertainement, etc) . La convergenza sui clienti della società telefonica per ora in assenza di banda che assicuri una IPTV decente è irrilevante.
2) Switch off : l'idea che una volta avuto il digitale terrestre , quelli che prima avevano la tv gratis (manco tutti come avviene potenzialmente con il satellite) avendo da sceglere se pagare 70 euro per un buquet ridicolo o 300 rinuncino ai trecento è difficile che passi. Controprova in Sardegna è cresciuta Sky e la Quattro (generalista gratuita). Risultato : Il governo sta facendo marcia indietro sullo switch off nelle regioni, niente soldi per i decoder e "stamo fermi come stamo"
3) Lo scontro si sposta sui contenuti : fiorello,studio universal, eventualmente il Calcio . I contenuti vincono sulle trappole politico regolatorie. Dunque bisogna aver soldi da spendere per contenuti di qualità e in continua accelerazione . L' agenda l'ha fatta la library mondiale di Murdoch e adesso l'unico scontro potrebbe essere sul calcio...ma
4) Ci vorrebbe un miliardo, chi ce l'ha ? Raiset (mediset,rai,Telcom) così no , ma se contemporanemente l'operazione scorporo della rete Telecom , la vendita di Raiway e della rete delle antenne Mediaset , andassero in porto e pagata da Cassa Depositi e Prestiti...altro che capitani coraggiosi..banditi sfacciati.
Ma questa è fantatv o no ?
5) Ah dimenticavo per fortuna intanto sarà partita sì la iptv e sky sarà avanti anche lì e per fare i soldi ci si rivolgerà a qualcuno come google , you tube o my space....tanti saluti ai dinosauri dell'antipirateria e di mediaset.
6) Non ci lamentiamo che la italianità dei contenuti non sfonda nel mondo , ce ne siamo tagliati fuori !

giovedì 12 febbraio 2009

Google Italia e l’emendamento D’Alia: “Una legge ad Aziendam che colpisce la libertà”


Riporto l'articolo di Zambardino su la repubblica.it

“No, le leggi ad Aziendam che poi hanno un impatto su tutto l’ecosistema non si possono fare. E bisognerebbe evitare di portare l’Italia a livello dei peggiori paesi del mondo in fatto di reati d’opinione”


Al telefono c’è
Marco Pancini, resposabile per le relazioni istituzionali di Google in Italia. L’argomento è l’emendamento “ammazzaFacebook“, approvato il 5 febbraio per iniziativa del senatore D’Alia (Udc). Il parlamentare ieri ha spiegato in questa intervista ad Alessandro Gilioli le sue posizioni e ripetuto che casi come quello delle pagine che inneggiano a Riina potrebbero portare alla chiusura dell’intero social network…

Non posso parlare a nome di Facebook, ma per quanto ci riguarda per la verità è peggio, se chiedessero a noi di togliere una certa pagina, noi lo faremmo subito, come facciamo con ogni contenuto segnalato come criminoso dall’autorità. Invece con questo emendamento lo chiederanno ai provider, ai fornitori di accesso cioè alle aziende telefoniche

Ma mi sbaglio o il nocciolo dell’emendamento D’Alia è che l’ordine di cancellare un dato contenuto e di eventualmente oscurare la pagina viene dal governo
?

Tra l’altro questo è uno degli aspetti cruciali. Si crea una nuova filiera, si parla di controlli preventivi, qualcosa che da noi non è mai esistito. E poi in questo momento i ministeri non hanno una struttura adeguata a seguire tuttio ciò che si pubblica in rete, quindi dovrebbe esserci un nuovo organismo. Me lo lasci dir bene, su questa faccenda siamo molto preoccupati, davvero…

Dica pure, ma mi pare che già il fatto - questa è una valutazione mia, non sua - che il governo si occupi “personalmente” di colpire i reati di opinione metta la cosa su un’orbita incredibile fino a poco tempo fa

A dire il vero fino a poco tempo fa il governo, con il disegno di legge Cassinelli aveva dimostrato di capire che esistono profili differenziati di responsabilità per chi si esprime in rete, si pensava ad una differenziazione tra blog individuali e siti che riflettono organizzazioni più professionali. Ora invece pare che la tendenza sia ad omologare il signor Rossi, titolare di un piccolo blog, al direttore di Repubblica. Ma come si fa?

Sta invocando anche lei un tavolo di trattative?

Certamente. Sarebbe così folle avere una sede di discussione nella quale esporre, spiegare, far capire? Perché sa, qui si tratta di istituire una filiera del controllo preventivo che è ignota all’ordinamento italiano. Noi possiamo parlare e parliamo con tutti, dalla polizia postale fino al governo, purché ci sia la volontò di ascoltarci…

E invece arriva l’emendamento D’Alia

C’è un orientamento in una parte del mondo politico che riflette una totale separazione dall’industria internet e dal mondo degli utenti

Loro pensano alle pagine su Riina o agli antisemiti

Ma già oggi è possibile individuare e colpire le responsabilità di chi commette un reato, e mi risulta che ci sia ancora scritto nel nostro ordinamento che la responsabilità penale è personale. Qui invece per la responsabilità di uno si vuole oscurare il diritto all’espressione di tutti

Può descrivere in concreto il meccanismo che la preoccupa, cosa intende quando parla di filiera del controllo?

Lei si immagini la Telecom o qualsiasi altro provider che si vede recapitare l’ordine di rimuovere una pagina “incriminata”. Cosa succede? Chiamano l’autore? Non lo fanno, non possono materialmente farlo in breve tempo. Quindi chiudono tutto il servizio. Per poi riaprirlo a crisi superata… ma ci rendiamo conto a quali paesi stiamo equiparando l’Italia?

La Birmania, la Cina…

Non lo so, ai peggiori della classe in fatto di libertà di espressione: lo ripeto, stiamo parlando del reato d’opinione. A me pare l’abc del diritto.

venerdì 6 febbraio 2009

Comitato Antipirateria : facciamo sentire la voce del web !! Gruppo Facebook

Comitato Antipirateria : facciamo sentire la voce del web !!
Gruppo Facebook a sostegno della lettera del mondo della cultura digitale al Comitato anti pirateria


Al Professor Mauro Masi
Coordinatore del Comitato tecnico contro la pirateria digitale e multimediale
Presidenza del Consiglio dei Ministri
Palazzo Chigi
Roma

Egregio Professore,

il mondo della cultura digitale italiana negli ultimi mesi ha assistito da spettatore all’istituzione prima e all’insediamento poi del comitato tecnico contro la pirateria digitale e multimediale da Lei coordinato, apprendendo, peraltro, della Sua intenzione di concludere i lavori di tale Comitato entro sessanta giorni.La brevità di tale intervallo di tempo in relazione alla complessità delle questioni sottese alla regolamentazione della materia nella quale il Suo Comitato è chiamato ad elaborare proposte e soluzioni costituisce, come comprenderà, un elemento di grande preoccupazione per le associazioni di categoria, gli addetti ai lavori ed i consumatori ed utenti di contenuti culturali digitali.

Infatti, come riteniamo Le sia noto, il tema della pirateria digitale e multimediale costituisce solo un aspetto - rectius una patologia - della più ampia materia relativa alla circolazione dei prodotti culturali in formato digitale, alla loro accessibilità per via telematica ed alla necessaria attività di promozione della creatività e, più in generale, dello sviluppo culturale del Paese cui Governo ed Istituzioni non possono sottrarsi.

Una regolamentazione utile ed efficace di tale materia ha, a nostro avviso, per presupposti indefettibili, studi ed analisi - indipendenti e con metodo scientifico - circa le cause, gli effetti e le dimensioni del fenomeno della pirateria digitale e multimediale nonché sulle conseguenze dell’adozione di eventuali misure sanzionatorie e di enforcement dei diritti di proprietà intellettuale anche in relazione all’Ordinamento europeo ed ai trattati e accordi internazionali cui il nostro Paese ha aderito.

È a tutti evidente l’inidoneità dell’attuale quadro normativo - non solo in materia di diritto d’autore - a disciplinare il fenomeno della circolazione dei contenuti digitali in ambito telematico così come, di conseguenza, l’esigenza di procedere a delineare un contesto legislativo idoneo a tutelare i diritti e gli interessi dei creatori di opere dell’ingegno fruibili in formato digitale e, ad un tempo, quelli degli utenti e fruitori delle medesime opere che, peraltro, le nuove tecnologie abilitano a trasformarsi, essi stessi, in autori e creatori di ulteriori opere attraverso un virtuoso processo di moltiplicazione del patrimonio culturale globale.

Tale situazione, tuttavia, non può e non deve spingere il Parlamento ed il Governo a commettere - come già accaduto in passato - l’errore di varare nuove misure antipirateria esclusivamente in una logica di emergenza e senza un’analisi preventiva basata sull’impatto della norma sullo sviluppo del mercato e, in generale, sulla società.

Il contrasto alle diverse forme di illecita messa a disposizione di contenuti nelle reti digitali necessita di risposte equilibrate e basate anche sulla contestuale adozione di incentivi e misure di ampio spettro per favorire la creazione di un’offerta legale di contenuti digitali secondo modelli trasparenti e flessibili, offerta che rappresenta uno dei più efficaci strumenti per disincentivare l’accesso ai contenuti senza il consenso dei titolari dei diritti.

In questa prospettiva soluzioni e principi enucleati nel disegno di legge pubblicato in Rete nei giorni scorsi ed attribuito alla SIAE - che ne ha, tuttavia, poi smentito la paternità - non risultano condivisibili ed appaiono insuscettibili di garantire in modo efficace lo sviluppo e la promozione della cultura digitale nel nostro Paese, risultando, al contrario, idonee ad ostacolarla.

Alla luce di tali considerazioni, i firmatari della presente, Le chiedono:

(a) di voler rappresentare al Governo l’esigenza di modificare tempi e modalità di lavoro del Comitato tecnico antipirateria trasformandolo in un tavolo aperto sul più generale tema della circolazione dei prodotti culturali digitali per via telematica;

(b) di invitare a partecipare a tale tavolo, per l’intera durata dei lavori, i rappresentanti delle associazioni di categoria e dei consumatori, il mondo dell’impresa, gli addetti ai lavori ed esperti della materia di commissionare ad enti ed istituti di ricerca super partes i citati studi sulle cause, gli effetti e le dimensioni del fenomeno della pirateria digitale e multimediale nonché sulle conseguenze che eventuali misure di enforcement potrebbero produrre sul terreno, ad esempio, della libertà di manifestazione del pensiero a mezzo Internet o, piuttosto, dell’esercizio, da parte dei cittadini, dei propri fondamentali diritti civili e politici per via telematica;

(d) di coinvolgere nel processo di studio ed elaborazione di possibili soluzioni normative gli esperti che hanno sin qui presieduto il comitato permanente per il diritto d’autore nonché l’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni e quella Garante per la privacy ed il trattamento dei dati personali;

(e) di pubblicare su piattaforma aperta tutti i documenti prodotti nel corso dei lavori del comitato, dando così opportuna trasparenza alla sua attività che concerne una materia di ampio interesse per cittadini ed imprese.

È ferma convinzione dei firmatari della presente che, solo per questa via, il Governo, il Parlamento e le Istituzioni tutte possano dimostrare di avere effettivamente compreso che la Cultura - soprattutto nella Società dell’informazione - costituisce il più prezioso tra i beni comuni e che, pertanto, la sua promozione e la circolazione dei prodotti culturali costituiscono diritti insopprimibili dei cittadini.

Distinti saluti,

Giorgio Sebastiano
Mauro Vergari
Adiconsum

Paolo Nuti
AIIP

Marco Pierani
Altroconsumo

Michele Ficara Manganelli
Assodigitale

Dino Bortolotto
Assoprovider

Leonardo Chiariglione
Stefano Quintarelli
Dmin.it

Enzo Mazza
FIMI

Marco Pancini
Google Italia

Stefano Trumpy
Isoc Italia

Guido Scorza
Istituto per le politiche dell’innovazione

Roberto Scano
IWA ITALY - International Webmasters Association Italia

Juan Carlos de Martin
Centro NEXA su Internet & Società - Politecnico di Torino

Pier Luigi Dal Pino
Microsoft

Vittorio Bertola
NNSquad Italia

Marco Contini
Conoscere per deliberare
Pubblicato da Massimo alle 8.17 0 commenti Link a questo post

giovedì 5 febbraio 2009

Nasce Tv sat finisce l'ultimo barlume di concorrenza nella Tv generalista


Nasce da un accordo tra Rai, Mediaset, e RTI costruiscono insieme una nuova piattaforma satellitare . Dico subito se non ci fosse la Rai nulla questio. Ma ci son due ragioni che rendono più che discutibile la scelta e una almeno che la rende conveniente solo per Mediaset.
La prima ragione è che il merito fondamentale e iniziale di Mediaset verso il sistema italiano è aver costruito , controcorrente, con la tv commerciale una alternativa alla Tv di stato migliorando per lungo periodo il livello della tv italiana.
Per contro quando via via si è configurato un oligopolio a due la qualità è peggiorata per entrambe. I profitti del privato son stati garantiti solo dalla spartizione a due della torta pubblicitaria, niente sferza del mercato e calo della qualità e della capacità innovativa...La crisi tragica della Rai invece è stata sostenuta a colpi di canone e grazie alle corporazioni sindacali; senza cambiar nulla se non in peggio per il servizio pubblico e i suoi costi.
Dunque la prima ragione per non essere contenti è che il duopolio fa male a chi lo subisce e se diventa addirittura monopolio , peggio mi sento...Sapete chi credo che vincerà ? Murdoch o meglio i sui eredi , che ha capito per primo il salto che andava fatto dal broadcast unilaterale , al controllo degli utenti : TV o internet che sia , pay per view e prosuming
La seconda ragione contro è che questa aggregazione non avviene tra due attori privati, ma con un attore pubblico statale , la Rai che si regge in nome di un servizio accesso universale su un canone obblgatorio. ne deriva che tanto le trasimissioni dei tre canali, quanto quelle di raisat , rai più etc : devo avere la possibilità di vederle su tutte le piattaforme che voglio e non su quella decisa da rai. Oppure non pago il canone. Invece mi viene aumentato d'ufficio il canone privato col raddoppio dell'Iva, fatto pagare per forza quello pubblico ed ecco la ragione per cui guadagna solo

martedì 27 gennaio 2009

DIRITTI INTERNET "Contro i pirati, censura web"

E' arrivata al comitato governativo (sembra messa a punto dalla Siae) la proposta di legge contro la pirateria digitale e ha scatenato l'inferno in rete. A farne le spese potrebbero essere non solo gli utenti ma anche "soggetti come YouTube, a tutto vantaggio di Mediaset e delle altre tv"

di Alessandro Longo

UNA PROPOSTA di legge che, combattendo la pirateria digitale, spinge verso una censura del web. Una censura dall'alto, con un rigore mai visto prima in Italia. E a farne le spese potrebbero essere non solo gli utenti ma anche soggetti come YouTube, a vantaggio di Mediaset e delle emittenti che sentono violati i propri diritti d'autore.

Sono questi aspetti che stanno facendo divampare le polemiche, in rete, sulla prima proposta di legge arrivata al neonato Comitato tecnico governativo contro la pirateria digitale e multimediale. Il documento è trapelato sul web e pubblicato da Altroconsumo, associazione dei consumatori, che lo boccia allarmata: "Il provvedimento appare arcaico, protezionista e contrario agli interessi dei consumatori e dell'innovazione del mercato digitale".

"Ad inquietare sono numerosi punti di quella proposta", spiega a Repubblica.it Guido Scorza, avvocato tra i massimi esperti di internet in Italia. "Per prima cosa, si dà una delega in bianco al governo, per attuare nuove misura a difesa del diritto d'autore. I imponendo responsabilità, in caso di violazione, a utenti e a"prestatori di servizi della società dell'informazione". Chi sono questi soggetti? "Nella proposta si parla anche di provider internet, che però per il diritto comunitario, recepito in Italia, non possono essere responsabili di quanto fatto dai propri utenti. Pensiamo allora che la proposta voglia attribuire responsabilità, ora non certe sul piano giuridico, a soggetti come YouTube e a fornitori di hosting".

"Se passasse questa proposta, certo YouTube perderebbe la causa contro Mediaset e altre emittenti che lo denunciano per la presenza di materiale pirata sul portale", aggiunge Scorza. YouTube (e altri portali analoghi) chiuderebbe in Italia, subissato da cause perse, o sarebbe a cambiare molto il servizio solo per gli italiani.

La proposta non parla di misure contro gli utenti che violano il diritto d'autore (scaricando e condividendo file pirata), "ma quella delega in bianco non lascia presagire nulla di buono. Potrebbe essere la nota misura della disconnessione coatta degli utenti da internet, la cosiddetta dottina Sarkozy, che questo governo, la Siae e Fimi hanno già dichiarato di apprezzare". Dottrina che però è ancora in forse e ha già ricevuto una bocciatura dal parlamento europeo perché lesivo dei diritti degli utenti.

Sorprende poi un articolo, nella proposta, che con il diritto d'autore non ha niente a che vedere ma che ha il sapore della censura a 360 gradi: "Attribuzione di poteri di controllo alle Autorità di governo e alle forze dell'ordine per la salvaguardia su tali piattaforme telematiche del rispetto delle norme imperative, dell'ordine pubblico, del buon costume, ivi inclusa la tutela dei minori".

Insomma, una specie di commissione di censura di quello che sta sul web, come avviene per il cinema, ma con ricadute molto più pesanti: perché andrebbe a porre paletti alla possibilità di ciascun utente di leggere o pubblicare una notizia o un video d'informazione. Su uno sciopero non autorizzato, per esempio, o su alcuni fatti potenzialmente diffamanti per un politico. Si noti che una norma simile, il Child Safe Act, voluto da Bush, è appena stata dichiarata anticostituzionale negli Usa. L'Italia andrebbe quindi contro tendenza, se passasse la proposta.

A contorno di tutta la vicenda c'è un giallo. In rete i primi commenti hanno attribuito la proposta alla Siae, che siede al Comitato. La Siae nelle scorse ore ha smentito quest'attribuzione, ma senza entrare nel merito del documento. Ha smentito, insomma, solo di esserne il padre, ma non ne ha negato l'esistenza. Addetti ai lavori continuano però a sospettare che sia stata proprio la Siae a redigerlo. Il motivo è che il nome della Siae appare indicato come l'autore del documento, nelle proprietà del file della proposta di legge trapelato agli addetti ai lavori (e che Repubblica.it ha potuto leggere).

"Crediamo che adesso, dopo questa polemica, si possa tornare a discutere prendendo le distanze da quel documento. Così, del resto, il governo ci aveva promesso: il ministro Sandro Bondi (per i beni e le attività culturali) aveva detto infatti che la proposta di legge sarebbe arrivata al Comunicato solo dopo una consultazione con le varie parti", dice Marco Pierani, responsabile rapporti istituzionali di Altroconsumo. Consultazione che ancora non è avvenuta. Ecco perché i consumatori si sono sentiti traditi all'arrivo di questa proposta di legge.

(27 gennaio 2009)


PROPOSTA DI LEGGE
________

Disposizioni concernenti la diffusione telematica delle opere dell’ingegno


RELAZIONE ILLUSTRATIVA
SCALETTA


1. La pirateria digitale. Dati economici.
2. L’attuale normativa di tipo meramente sanzionatorio appare inadeguata.
3. E’ necessario rendere legittima e gratuita (per l’utente) la circolazione delle
opere dell’ingegno nelle reti (occorre quindi disciplinare e non reprimere).
4. Il nuovo sistema deve essere rispettoso dei principi e degli istituti di diritto
d’autore, perché l’Italia aderisce ad articolati Trattati internazionali e rispetta le
numerose Direttive comunitarie in materia.
5. Per far ciò è necessario:
a) remunerare adeguatamente e non simbolicamente i titolari dei diritti
(l’autore è un lavoratore intellettuale, i titolari dei diritti connessi sono
professionisti - gli artisti - e imprenditori);
b) attribuire responsabilità ai prestatori di servizi (internet provider, società di
telecomunicazioni, ecc.), che oggi si avvalgono dei contenuti ma non
remunerano i relativi titolari dei diritti.
c) mantenere ed accentuare il ruolo dell’ente pubblico SIAE, istituzione
recentemente riformata con la legge n. 2/2008, cui è affidata in Italia la
“regolazione” del mercato dell’utilizzazione economica dei diritti d’autore.
6. Il nuovo sistema deve promuovere la diffusione del prodotto culturale in sé, ed
in particolare il prodotto culturale italiano e comunitario.
7. E’ necessario creare una rete di controlli (Governo, Forze dell’ordine) per il
rispetto delle norme imperative, dell’ordine pubblico, del buon costume (tutela
dei minori) relativamente al materiale circolante nelle reti.
8. E’ necessario rivedere i sistema sanzionatorio con attenuazione del profilo
penale (necessario in determinate ipotesi più gravi) ed accentuazione della
responsabilità civile ed amministrativa.
9. L’intero nuovo sistema può essere realizzato con una delega al Governo, per la
valutazione di tutti i profili tecnici ed operativi di competenza delle varie
articolazioni ministeriali.


PROPOSTA DI LEGGE
________

Disposizioni concernenti la diffusione telematica delle opere dell’ingegno


Art. 1
(Principi generali)
1. L’immissione e la fruizione delle opere dell’ingegno o di loro parti nelle
reti telematiche è disciplinata dalle disposizioni della legge 22 aprile 1941, n.
633 e successive modificazioni ed integrazioni, e dalle disposizioni della
presente legge.
Art. 2
(Costituzione di piattaforme telematiche)
1. Lo Stato incentiva la realizzazione di piattaforme telematiche per
l’immissione e la fruizione legittime e gratuite di opere dell’ingegno. I prestatori
di servizi della società dell’informazione che realizzano le dette piattaforme
telematiche compensano i detentori dei diritti relativi alle opere dell’ingegno
diffuse per il loro tramite, attraverso introiti pubblicitari e di sponsorizzazione
realizzati mediante le piattaforme stesse.
Art. 3
(Delega al Governo)
1. Ai fini previsti dalle disposizioni di cui all’articolo 2, il Governo è
delegato ad adottare entro diciotto mesi dalla data di entrata in vigore della
presente legge un decreto legislativo concernente l’istituzione la disciplina di
piattaforme telematiche nazionali, corrispondenti alle caratteristiche indicate al
comma 1, nel rispetto dei seguenti principi e criteri direttivi:
a) inquadramento della normativa nei principi generali e negli istituti di
diritto d’autore vigenti a livello internazionale, comunitario e nazionale;
b) rispetto delle normative internazionali e comunitarie concernenti il
commercio elettronico;
c) salvaguardia ed incentivazione dell’attività produttiva ed industriale dei
prestatori di servizi della società dell’informazione;
d) attribuzione di specifici profili di diretta responsabilità civile,
amministrativa e penale all’operato dei prestatori di servizi della società
dell’informazione;
e) massima diffusione del prodotto intellettuale nazionale e comunitario;
f) massima accessibilità delle opere dell’ingegno da parte degli utilizzatori
delle piattaforme telematiche;
g) adeguata remunerazione dei titolari dei diritti sulle opere ingegno
immesse, circolanti e fruite tramite le dette piattaforme telematiche,
anche attraverso l’attribuzione di specifiche funzioni alla Società italiana
degli autori ed editori (SIAE) in ordine alla gestione dei corrispondenti
diritti d’autore e dei relativi diritti connessi;
h) previsione dell’attribuzione ai prestatori di servizi della società
dell’informazione operanti su dette piattaforme telematiche di obblighi
di controllo e di rendicontazione ai fini di una corretta attribuzione delle
remunerazioni ai corrispondenti titolari dei diritti sulle opere ingegno;
i) attribuzione di poteri di controllo alle Autorità di Governo ed alle Forze
dell’ordine per la salvaguardia su tali piattaforme telematiche del rispetto
di norme imperative, dell’ordine pubblico, del buon costume, ivi inclusa
la tutela dei minori;
l) previsione di sistemi sanzionatori prevalentemente di natura civile ed
amministrativa, nonché di natura penale per i casi di più gravi violazioni,
intendendosi per tali non solo quelle di interessi maggiormente rilevanti,
ma anche quelle caratterizzate da ripetitività, abitualità, professionalità,
con particolare riferimento al settore economico e tributario;

2. Il decreto legislativo di cui al comma 1, indica esplicitamente le
disposizioni sostituite o abrogate, fatta salva l’applicazione dell’art. 15 delle
disposizioni sulla legge in generale premesse al codice civile. Il decreto
legislativo di cui al comma 1, è adottato, sentita la Conferenza unificata di cui
all’art. 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, previ pareri del
Consiglio di Stato e delle Commissioni parlamentari competenti per la materia,
resi nel termine di sessanta giorni dal ricevimento della relativa richiesta.
Decorso tale termine, il decreto legislativo può essere comunque adottato.
3. Disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo di cui al
comma 1, possono essere adottate, nel rispetto degli stessi principi e criteri
direttivi e con le medesime procedure di cui al presente articolo, entro due anni
dalla data della sua entrata in vigore.





domenica 25 gennaio 2009

Allarme nuovo disegno di legge (analogico e paleontologico) sul diritto d'autore digitale


Riprendo anche io un post di Guido Scorza, Presidente dell’Istituto per le Politiche dell’Innovazione dove ci informa del nuovo Il testo del disegno di legge (appena pubblicato da Altroconsumo) che invece ci riporta indietro di decenni nella normativa per il nuovo diritto d’autore digitale.
Credo sia molto peggio , per come è nato,dello stesso disegno Levi. Confonde le regole tra commercio elettronico e diffusione dei contenuti e respoenabilità della piattaforma di servizio
Questo nel momento in cui è necessaria diversificazione dei modelli di diffusione e business della conoscenza; sarebbe utile che tanto la Siae che la Presidenza del Consiglio, facessero uno sforzo di collaborazione con chi lavora da anni sulla rete prima di avviare un processo che di fare andare una industry su cui si potrebbe contare per la ripresa. Perchè non avviare una indagine Parlamentare sulla regolamentazione della rete ?
Del resto questo atteggiamento contrasta con una prima notìzia positiva : quella della nascita di una commissione comune tra SIAE e Creative Commons

COMUNICATO: Costituito gruppo di lavoro misto CC-IT/SIAE

Inserito da J.C. De Martin il 10 Gennaio, 2009 - 21:38

Torino, 10 gennaio 2009. Il 23 dicembre 2008 a Roma si è formalizzata la costituzione del Gruppo di Lavoro Giuridico misto, composto da rappresentanti della SIAE e da esponenti del gruppo di lavoro Creative Commons Italia, tra i quali l’Avv. Deborah De Angelis in qualità di referente principale basato a Roma.
Il Gruppo di Lavoro Giuridico misto, che si incontrerà a Roma, presso la sede della Direzione Generale della SIAE, indicativamente ogni 15 giorni, svolgerà uno studio approfondito per dare la possibilità agli autori che hanno optato per il rilascio delle proprie opere con licenze libere, riservandosi gli usi commerciali, di affidare alla SIAE la raccolta e distribuzione dei relativi proventi.
Il primo incontro ha avuto luogo ieri, 9 gennaio 2009.

CREATIVE COMMONS ITALIA
Il gruppo di lavoro Creative Commons Italia gestisce, su mandato di Creative Commons e su base volontaria, la versione italiana delle licenze Creative Commons, ne spiega il funzionamento e ne promuove l'utilizzo. Gestisce inoltre il sito ufficiale http://creativecommons.it, dove sono disponibili ulteriori informazioni e notizie su Creative Commons. Creative Commons Italia è un progetto del Centro NEXA su Internet & Società del Politecnico di Torino, http://nexa.polito.it.

giovedì 8 gennaio 2009

Salva i Blog - Un 2009 all'insegna della libertà di espressione in Internet

E' arrivato il nuovo anno, un 2009 che su molti fronti si preannuncia difficile, ma noi restiamo attenti sui nostri obiettivi e riprendiamo l'attività che ci ha portati fin qui: un sito web su Facebook che ora conta quasi 30.000 iscritti e che ci auguriamo possano creascere di molto nel 2009, per perseguire insieme i nostri obiettivi.
Nel 2008 abbiamo organizzato molte iniziative, alcune organizzate in pochissimo tempo a causa degli eventi che mutavano di giorno in giorno. Ognuno ha fatto la sua parte, portandoci a dei buoni risultati, come il temporaneo stop del DDL 1269, ed auspichiamo che nel 2009 possa esserci ancor più partecipazione da parte tua e di tutti gli aderenti al gruppo.
Ci siamo quindi attivati per verificare quali siano le novità che riguardano il DDL 1269 di Franco Levi, e la proposta di legge dell'On. Cassinelli. Chiunque abbia informazioni in merito ci contatti, ne saremo ben felici.

Gli OBIETTIVI del nostro gruppo!
Ottenere il ritiro del ddl C. 1269 depositato alla Camera. Ottenere l'eliminazione del reato di stampa clandestina per coloro che interagiscono sul web allo scopo di esercitare la propria libertà di espressione.
Offrire supporto e coordinamento a blogger e webmasters per vigilare sullo stato della libertà di espressione nel web italiano e reagire ad eventuali lesioni della stessa.

EVENTI ORGANIZZATI NEL 2008:
8 Novembre
- invio di eMail alle Commissioni Parlamentari I, II , V, VI

19 Novembre
- invio di eMail alle Commissioni Parlamentari IX, X, XI , XIV ed alla Commissione parlamentare per le questioni regionali (bicamerale)

2 Dicembre 2008
- invio di lettera ai singoli onorevoli della VII commissione cultura

3 Dicembre 2008
- invio di lettera al presidente VII commissione cultura Valentina Aprea
- invio di lettera al proponente del progetto di legge n.1269 RICARDO FRANCO LEVI

4 Dicembre 2008
- mobilitazione della rete con sciopero e lutto di blog e siti, social network e ogni altra forma di partecipazione

Il Coordinamento,
Francesco D’Ambrosio, fondatore
Gianfranco Mascia, coordinatore ed ideatore del sito web
Loris D’Emilio, coordinatore
Vocalizzo Rotante, coordinatore